domenica 9 maggio 2010

Uno spettro si aggira per l'Europa

Ma questa volta non è lo spettro del comunismo, bensì quello del Capitale globale.
Abbiamo già visto il disastro sociale greco, causato dai tagli ingentissimi alla spesa pubblica e agli stipendi operata da parte del governo ellenico.
Una situazione, ci hanno raccontato, che andrebbe addebitata alla cattiva gestione dei greci della propria finanza pubblica e alla corruzione del paese.
Ci hanno raccontato che il debito pubblico della Grecia non va bene.
Quello che non ci hanno raccontato è che esistono paesi che si trovano in condizioni simili se non peggiori a quelle della penisola dell'Egeo per quanto riguarda il debito pubblico.
A parte l'Italia, che ha un debito superiore a quello della Grecia (e a cui presto potrebbe toccare lo stesso destino) esiste un paese con un debito altissimo, il Giappone, che supera il 300 per cento del Pil, secondo solo a quello dello Zimbabwe, una cifra che in Italia e in Europa sarebbe più che sufficiente per far gelare il sangue agli economisti e ai politici.
Gli Stati Uniti, che adesso sembrano tanto interessati a ripianare i debiti altrui, hanno un debito di 35 mila miliardi di dollari che cresce a un ritmo vertiginoso. Gli Usa sono sempre stati un paese tradizionalmente poco attento alla tenuta del debito, lasciando le cinghie sempre abbastanza larghe - il che ha consentito anche all'economia americana di crescere - contrariamente a quanto avviene in Europa, almeno dai tempi dell'ossessione di Maastricht e dei grilli parlanti (anzi del gatto e della volpe) dei conti pubblici in Italia rappresentati dai Ciampi e dai Prodi.
La stessa Italia, prima della “febbre dell'euro” e dell'inizio del progetto di una moneta unica, quindi dell'inizio di tutti quei vincoli alla finanza pubblica che hanno ridotto la sovranità degli stati membri, era una paese con un debito molto poco controllato e nonostante questo si può dire che l'economia della nostra penisola andasse molto meglio di oggi.
Leggete questo articolo interessantissimo di Paolo Barnard che ci spiega come l'adesione alla moneta unica abbia portato alla crisi greca e all'eventualità di una crisi anche per gli altri paesi europei. Il punto è che noi abbiamo una moneta che non possiamo regolare, perché l'euro non è emesso da alcuno stato. Prima dell'euro ogni stato aveva sovranità sulla propria moneta, che poteva decidere anche di svalutare quando ne aveva bisogno (operazione che come è noto ha sempre favorito l'esportazione dei prodotti italiani). Così per pagare il proprio debito gli stati europei potevano fare quello che fanno americani e giapponesi: stampare moneta.
Adesso però non possono più, perché nessuno di loro controlla l'euro. Per la prima volta usiamo una moneta su cui non abbiamo nessuna sovranità.
Di conseguenza, poiché i paesi dell'euro sono tutti vincolati a un'unica moneta, se uno di loro si trova in difficoltà a gestire il proprio debito, la situazione finisce per provocare danni anche a tutti quanti gli altri, anche di quelli che non hanno un debito particolarmente elevato.
Esistono due paesi chiave in questo quadro: l'Italia e il Portogallo. Della prima si sa. Del secondo è stato detto di tutto. Si è puntato il dito contro i portoghesi esattamente come un anno fa si era fatto con i greci, e così come con questi ultimi le agenzie di rating hanno iniziato la loro solita operazione di terrorismo psico-finanziario, minacciando di declassare la stima sul debito.
Eppure il Portogallo ha un debito per nulla eccessivo, inferiore a quello di Germania e Francia e di poco superiore a quello del Canada.
Sicuramente, quindi, gran parte dell'opera la fanno gli speculatori e le agenzie di rating che decidono molto spesso arbitrariamente quando un paese è in crisi e quando non lo è.
Il fatto però è che se gli investitori vengono spaventati in modo da causare un collasso dell'economia e se il Portogallo non riesce più a pagare i suoi debiti questo si ripercuoterà sull'Europa tutta.
Da una parte abbiamo quindi l'Italia, che ha un debito superiore a quello greco, e dall'altra il Portogallo. Per la prima, è grande il pericolo di trascinarsi dietro la Francia, che avrebbe 511 miliardi del debito italiano, pari al 20 % del Pil francese, per il secondo, invece esiste l'eventualità che possa contagiare la Spagna, per la stessa ragione. Un crollo della Spagna, poi significherebbe un grande danno anche per la Germania.
Una volta, venute meno, quindi Francia e Germania, le economie trainanti del continente, si può dire che tutta quanta l'Europa sarebbe coinvolta nella crisi.
Una situazione del genere, ovviamente, allargherebbe a tutta l'Europa le misure di contenimento della spesa e la macelleria sociale conseguente che vengono attuate adesso in Grecia. Quindi privatizzazioni, taglio degli stipendi, dei salari e delle pensioni, in sostanza ciò che vuole l'elite economico-finanziaria. Ma avrebbe l'altra conseguenza di demolire ciò che rimane della sovranità degli stati nazionali del nostro continente, che si troverebbero ostaggi del Fondo Monetario Internazionale e della BCE. Questo teatrino degli aiuti alla Grecia, che poi non sono aiuti, ma prestiti, che è stata messo su, punta dritto verso questo scenario. A prima vista sembrerebbe non esserci molta logica: prestare alla Grecia a un tasso elevato per permetterle di far fronte ai debiti, cioè, in sostanza, non si fa che sostituire dei debiti attuali con debiti ancora maggiori.
Ma questo rientra perfettamente nella politica di “aiuti” che il Fondo Monetario attua da parecchi decenni, sopratutto con i paesi del Terzo Mondo (e ormai non solo quelli), ricattandoli costantemente.
La direzione intrapresa, quindi, ci porta dritti verso la realizzazione di quel progetto eversivo volto a scardinare le attuali istituzioni politiche per creare un “Nuovo Ordine Mondiale” di cui parlammo già qui, dove gli stati non hanno alcuna voce in capitolo e tutto viene deciso dai vertici del capitalismo mondiale.
Esiste un'alternativa a questo scenario? A mio modo di vedere l'unica è quella di seguire l'esempio del popolo greco e ribellarsi a tutto questo, anche a costo di mettere a ferro e fuoco mezza Europa, se necessario.


Fonti:




10 commenti:

  1. Uno scenario francamente agghiacciante. Le mie fonti all'interno del mondo degli speculatori sostengono che però le banche di investimento stiano scommettendo sulla tenuta del Portogallo e consigliano di non vendere. Vedremo che succede.

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  2. Certo, la Volpe. E' possibile, bisogna però vedere a quale costo sociale ci sarà questa "tenuta". Permetteranno a Italia e Portogallo di non fallire se questi attueranno le stesse misure e gli stessi tagli (magari spalmati su un periodo di tempo più lungo) della Grecia?

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  3. Una cosa e' certa se non ci diamo una mossa gli spettri che si aggireranno per l'Europa saranno i popoli
    un saluto

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  4. E' vero oramai le Banche controllano l'euro e segnatamente la BCE che infatti appena si é sentita chiamare in causa per l'acquisto eventuale di titoli di stato deboli per aiutare l'economia europea ha risposto picche affermando che lei é sovrana e nessuno Stato membro può imporle alcunché. Cosa verissima tanto é vero che gli Stati hanno subito fatto marcia indietro. Tra l'altro sarebbe sbagliatissimo anche creare dei titoli di stato europei. Un economista su Repubblica cartacea di ieri, un certo Sturmer (con la dieresi sulla "u" ma non ce l'ho nella mia tastiera lol) ha affermato che l'euro, la moneta unica, ha futuro solo nel nord europa. Parlando dell'Italia ha quindi fatto un distinguo tra nord e sud dicendo chiaramente che il primo non avrebbe grosse difficoltà il secondo invece parecchie. Essendo una cosa sola, per adesso, la situaziona italiana quindi é incerta. Non so se serve scendere in piazza so che questo popolino manco sa più cosa sia la piazza. E questo é un altro problema.

    Ciao
    Daniele

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  5. Hai colto efficaciemente il nodo centrale del problema. I potentati finanziari si stanno sostituendo agli stati e alla sovranità popolare. Questo "semplice" passaggio porta con se conseguenze devastanti.

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  6. non so fin quando durerà questa messa in scena.
    basterebbe andare a prelevare tutti insieme i nostri soldi per far scappare i buoi dalla stalla.

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  7. le cose che dice Daniele sono doppiamente inquietanti, lo diceva anche l'Economist qualche tempo fa

    qui c'è il rischio di un appoggio finanziario alla secessione italiana, o sono io che sono paranoico? :|

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  8. Caro matteo, ci rendiamo conto che quello che hai ben spiegato è talmente simile alla situazione dei paesi del terzo mondo che a causa dei prestiti del Fondo Monetario Internazionale sono stati costretti ad applicare la politica fallimentare e omicida(perchè la gente disagiata muore) liberista. La Grecia sta macellando i suoi cittadini, noi faremo la stessa fine.

    Purtroppo a proposito della moneta, ancor prima dell'euro il nostro Stato non ha più sovranità. Perchè anche la lira era stampata dalla Banca, che non è dello Stato, ma privata.

    A pensare che la privatizzazione della Banca che stampava la lira è stata fatta da Amato.

    Per la questione delle privatizzazioni, il centro sinistra ha avuto il record.

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  9. ciao sono skiatto

    ti andrebbe uno scambio link?

    io ho un blog di satira politica:
    http://www.skiatto.blogspot.com

    se ti piacciono i contenuti puoi anche pubblicarli sul tuo blog...

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  10. Una gran brutta storia...Siamo andati a finire nelle mani degli "strozzini".

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